Ulivo: le caratteristiche

Il nome scientifico dell’ulivo è “Olea Europea di Puglia” che discende dall’Oleastro. Questa pianta ha origini antichissime: il rinvenimento di alcune foglie fossili fa pensare che possa risalire ad un millennio fa, quando lo storico Erodoto affermava che una pianta come questa potesse crescere solo ad Atene e non in altri luoghi.

L’ulivo è un albero sempreverde particolarmente adatto a crescere in un posto dal clima temperato, infatti il suo peggior nemico è l’umidità. L’ulivo è assai longevo: basti pensare che in Puglia vi sono esemplari millenari che presentano radici assai grandi e radicate nel terreno, per lo più argilloso o calcareo, soprattutto nella zona del brindisino.

La storia dell’olio d’oliva inizia molto probabilmente nell’Asia Minore.

Il riferimento all’ulivo è contenuto già nel vecchio testamento, infatti, la colomba porta a Noè dal monte Ararat un ramoscello d’ulivo.

Ma come veniva usato anticamente l’olio d’oliva?

Le zone dove l’olio d’oliva veniva maggiormente prodotto erano quelle della Magna Grecia; qui l’olio veniva utilizzato non solo in cucina, ma anche per il bagno, per il gioco e durante i funerali. Ecco perché i produttori di olio erano ben ripagati per le fatiche necessarie alla coltivazione di ulivi. La leggenda vuole addirittura che il primo albero d’ulivo sia stato piantato da Atena, la dea della sapienza, delle arti e della guerra. L’ulivo era considerato un albero sacro simbolo di pace e forza. Nel mondo greco le olive venivano raccolte a diversa maturazione in base allo scopo per il quale si voleva utilizzare il prodotto finito, ma colpisce la cura con cui si procedeva alla raccolta che doveva essere a mano staccando delicatamente l’oliva dal ramo.

Per quanto riguarda l’Italia, invece, sembra certo che già nel periodo Mesolitico vi fossero ulivi; ma sembra che in questo periodo ancora non fossero state realmente capite le qualità di questo prezioso albero ed è difficile capire quando inizia la coltivazione e lo sfruttamento dei suoi frutti. Sembra certo che tra l’ VIII e il VII secolo a.C. l’ulivo fosse coltivato e quindi utilizzato come albero da frutto. L’introduzione della coltivazione viene fatta risalire ai greci, ma sembra che le tecniche di spremitura e di coltivazione siano tipiche dei Romani, una storia affinata nel tempo e portata quasi alla perfezione. Dopo la caduta dell’Impero Romano la produzione diminuisce per poi riprendere anche con nuove varietà dal XII secolo d.C.

Storia dell’olio di oliva pugliese: le olive e la coltivazione dell’ulivo

Tra le zone d’Italia in cui vi è una maggiore produzione di olio d’oliva, e soprattutto olio extravergine di eccellente qualità, vi è la Puglia.

In Puglia vi sono testimonianze che fanno risalire l’uso dell’olio di oliva non solo per curare la pelle ma anche per alimentare le lampade. La storia dell’olio d’oliva pugliese nel tempo si evolve e arrivano diverse tipologie di olive che trovano in questa regione un microclima favorevole a produzioni di qualità; proprio per questo l’olio pugliese è richiesto in tutto il mondo.

Le prime scoperte di coltivazione di olive in terra pugliese risalgono al periodo del Neolitico (5000 a.C.): la maggiore concentrazione di alberi di ulivo si ha in provincia di Bari (Torre a Mare e Fasano). Le olive, fin dai tempi antichi, hanno sempre avuto un notevole riscontro nell’alimentazione dei popoli del bacino del Mediterraneo. Alcuni antichi reperti testimoniano inoltre un’intensa attività di produzione e vendita di questi alimenti già dai tempi dei Romani e dei Greci. L’olio ricavato dagli ulivi pugliesi veniva utilizzato dai Romani anche come unguento da spalmare per la bellezza del corpo. Fu proprio l’abbondanza di produzione della zona a portare i monaci Basiliani ad incrementare la coltivazione in Puglia. Sono ancora reperibili le autorizzazioni reali del 1371 per l’attracco di navi che dovevano trasportare olio d’oliva in otri di pelli di capre. Di fronte alla crescente domanda da parte dei Paesi Europei crescono anche le coltivazioni. Nel quattrocento, infatti, i frati Cistercensi e Olivetani iniziano a coltivare e innestare gli olivastri cresciuti spontaneamente. La Puglia continua nel tempo a contraddistinguersi per la qualità, al punto che già nel 1700 l’olio pugliese viene distinto dagli altri oli: l’olio prodotto in Puglia era utilizzato a fini alimentari, mentre gli altri oli erano usati per l’illuminazione, per lubrificare le prime macchine e per lavare la lana.